In Italia il cancro è una malattia sempre più guaribile o cronica. Un paziente su quattro è riuscito a superare il tumore, non necessita più di trattamenti e presenta la stessa aspettativa di vita del resto popolazione. Al tempo stesso i malati oncologici cronici ammontano a 2 milioni e si tratta di uomini e donne che non sono nella fase acuta della malattia ma non possono essere considerati guariti. Per i primi si rende assolutamente necessaria l’approvazione a breve di una legge per il diritto all’oblio oncologico. Per i secondi, invece, una riorganizzazione della medicina territoriale in modo che l’assistenza sanitaria sia la più vicina possibile al domicilio del paziente.
È questo il doppio messaggio emerso dal convegno ‘Quando il cancro diventa una malattia cronica‘, organizzato oggi a Roma da Fondazione Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica). L’evento si è svolto in occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro 2023 (World Cancer Day #CloseTheCareGap) promossa dall’Uicc (Union for International Cancer Control). “In Italia- ha sottolineato il presidente della Fondazione Aiom, Giordano Beretta– i malati oncologici sono in costante crescita e ammontano ad oltre 3,7 milioni di uomini e donne. Di questi, circa un milione aspetta da tempo una legge che tuteli i loro diritti fondamentali ed eviti discriminazione nella vita di tutti i giorni. In molti Paesi europei esistono già delle norme specifiche per chi è riuscito a superare definitivamente il cancro. Queste persone all’estero riescono, senza troppi problemi, ad avere un prestito bancario o a stipulare un’assicurazione sulla vita. Da noi, invece, nonostante diversi appelli non esiste ancora nessuna garanzia legislativa e come Fondazione Aiom, da oltre un anno, promuoviamo ‘Io non sono il mio tumore’. È la prima campagna nazionale per il diritto all’oblio oncologico. Abbiamo avviato diverse iniziative tra cui una petizione on line. Finora sono state raccolte oltre 105mila firme per sollecitare le istituzioni politiche ad approvare al più presto una legge ad hoc”.
Fonte: dire.it